Giovedì 3 Maggio Festa del Crocefisso in Località Manfio, Ruffano
ALCUNE NOTIZIE SUGLI AFFRESCHI (ANTONIO LUPO “La Cripta del Crocefisso di Ruffano”)
Sulla facciata, nella cui lunetta vi è raffigurato un “Cristo Re”, firmato e datato 1944, è inserita una lastra marmorea con ex-voto inciso (“Al re della pace / i fedeli / a perenne ricordo / per lo scampato pericolo / della guerra / A.D. 1944)
Nella cripta, quasi in limine, si trova un pilastro sul quale è effigiata una “Trinità” del 1615 (oggi in fase di ripulitura). Alla stessa data risale la scala interna di collegamento con l’insieme architettonico. E’ solo questa la parte in muratura, insieme ai due altari (pietre e malte di bolo). Per il resto la cripta presenta al suo interno l’aspetto di vano interamente naturale con gradoni-sedili.
I dipinti si susseguono in forma iconico-devozionale senza alcun nesso tematico dentro pannelli rettangolari o archeggiature, come nelle cripte salentine. Fanno eccezione per l’iconografia e per il loro carattere narrativo, alquanto raro nei santuari ipogeici del basso Salento, il dipinto del “Peccato Originale” (Adamo ed Eva) e gli otto riquadri della vita di S.Onofrio. La raffigurazione di questo santo attesta la devozione anacoretica per santi eremiti.
Partendo dalla parte sinistra vi compaiono tre immagini di santi. La prima, subito dopo l’accesso alla scala che conduceva dalla cripta agli ambienti sovrastanti, è quella di un’alta figura frontale e ieratica con vestimenti a losanghe (un angelo?). Secondo Alba Medea, la prima studiosa che ha realizzato un’indagine completa sulle cripte eremitiche pugliesi, si tratta di Sant’Elena.
Segue S.Eligio (1615), il santo-vescovo di origine francese che sovrasta un gruppo di cavalli. Tale iconografia ne sottolinea la funzione di protettore dei maniscalchi.
L’ultima figura sacra della parete sinistra, prima dell’altare, è quella di Santa Costantina. L’effige della santa incoronata reca la data 1567 ed è corredata da iscrizione didascalica.
Procedendo nella lettura della cripta sull’altra parete, iconografie e temi sacri sono rappresentati su due registri e delimitati da bande bicromatiche. In alto, campiscono il primo pannello superiore Adamo ed Eva nell’Eden, poi S.Antonio Abate (1616) con libro e bastone. Accanto, sullo sfondo di un paesaggio, v’è una probabile raffigurazione di S.Vito, in eleganti abiti seicenteschi e gorgiera, con cani ai piedi.
Nell’ultimo riquadro è rappresentata la lapidazione di un santo (Santo Stefano?), l’affresco seguente purtroppo è ricoperto ancora da intonaco.
Sotto il nastro delimitato da bande di color ocra, sono leggibili solo in parte i riquadri con didascalie relative agli episodi della vita di S.Onofrio. Al santo eremita (di probabile origine egiziana) il cui culto fu introdotto in Occidente dai crociati, è dedicata una sequenza narrativa suddivisa in otto parti. Un riquadro è purtroppo ricoperto da tinteggiatura, un altro è molto corrotto.
A lato, su tre cavità della parete rientranti a mo’ di nicchia, campeggiano altre immagini di santi. La prima è quella di S.Giovanni Battista. Al centro è raffigurato l’incontro di due santi monaci, quasi a significare un momento di passaggio o di accordo fra due ordini monastici. Infine è rappresentato S.Domenico.
Dietro l’altare centrale, la cripta di prolunga in due vani. Il più lungo (già murato e poi riaperto), potrebbe aver avuto la funzione di deposito di derrate (granili).
L’altro corridoio di dimensioni molto inferiori, porta verso la parte terminale della grotta, quasi una cripta nella cripta: quella di Santa Costantina o del Crocefisso. Nella parte del coro, la volta è affrescata con motivi decorativi. Tale decorazione non è usuale nel contesto criptologico.
Infine una “Crocifissione” palinsesta, dipinta sull’ultima sporgenza della roccia, sopra l’altare. Proprio per essere sagomata nella pietra, la parte addominale del Cristo risulta di straordinaria resa plastica in una riuscita sintesi di pittura e scultura. La luce solare inonda la grotta che ha orientamento solstiziale nelle ore pomeridiane, investendo con i raggi, in alcuni periodi dell’anno (nella festa del Crocefisso che cade il tre maggio), il corpo di Cristo, (nella festa dell’Esaltazione della Santa Croce il 14 settembre) il volto di Cristo.